Recensioni

Cosa dicono di me…

IULIA FARNESIA Lettere da un’anima

Può l’anima di una donna,
venduta dalla sua famiglia al miglior offerente,
riscattarsi?

La vera storia di Giulia Farnese,
una donna oltre il tempo.

Giulia Farnese, una donna che attraversa il tempo per trovare, in questo romanzo, il suo riscatto.
La sua vera storia racconta di una donna che va molto oltre la figura di Sponsa Christi con cui è conosciuta in tutto il mondo.
L’autrice tratteggia il profilo di una donna forte che, libera dalle pastoie di una famiglia che l’ha allevata all’ubbidienza, rinasce dalle sue ceneri e dalla damnatio memoriæ per divenire la mater e la domina del feudo di Carbognano.
Con una prosa avvincente, basandosi su una trama storica di accadimenti reali (ricavati da documenti d’archivio), l’autrice restituisce a La Bella la dignità che le cronache storiche hanno sempre tralasciato, preferendo rincorrere il gossip cinquecentesco.

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… una coccola per te dall’autrice!

Credo davvero che esistono dei legami che riescono a superare il tempo e l’effimero.
Se non ci fosse stata Roberta, Giulia non avrebbe avuto voce… solo i grandi riescono a ridare voce ai grandi.
E non si tratta solo di tecnica, si tratta del valore più alto dell’umanità: restituire verità e conoscenza contro barbarie e pregiudizi.
Non posso che inchinarmi umanamente e professionalmente per ciò che hai fatto.
Sono alla seconda lettura e non credo basterà…

Valentina Innocenti

.. Mi sono davvero emozionata molto leggendo questo romanzo. Confido in questa storia e nella mirabile penna dell’autrice, affinché la memoria di Iulia abbia il giusto riscatto….”

Natascia Cortesi

Una donna che rischia di sprofondare nelle grinfie di una famiglia funesta, trova la forza, il coraggio, la sfrontatezza di riprendere in mano la sua esistenza. Con una potenza inaudita all’epoca… e forse anche ora!

Simona Maiucci

La narrazione chiara e fluente mi ha da subito coinvolto emotivamente e il lessico, che mantiene appena una patina d’antico, mi ha condotto morbidamente nella magica atmosfera cinquecentesca. In questo romanzo l’autrice ha dato il meglio di sè, lasciandosi trasportare dalla storia di una donna unica, Giulia, desiderosa di essere finalmente riabilitata…”

Perla Angeli

Le confessioni di una concubina

Una storia di violenza domestica, di abusi psicologici che vi afferreranno allo stomaco. Misia, una giovane donna, e la sua vita monocromatica che, passo dopo passo, si tingerà sempre più di nero, un nero che sa di tristezza, di paura, di lutto. E in un’escalation di violenza, quando la situazione diverrà irreparabile, impossibile da sopportare, la soluzione sembrerà essere solo una… Ma la vita a volte riesce a sorprendere e, seppure questo non rappresenterà un’equa ricompensa dei mali subiti, forse con il tempo riuscirà a mitigare i ricordi smorzando spigoli vivi e aprendo un insperato spiraglio di luce. Ognuna di noi merita una vita a colori, merita di essere artefice del proprio destino, senza soccombere più, per essere finalmente libera di amare, di amarsi.

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grazie per le belle emozioni.

La seconda parte è stata davvero necessaria dopo l’angoscia degli avvenimenti precedenti.

Ho amato immaginare la nuova vita di Misia, i nuovi personaggi prendevano gentilmente forma nella mia immaginazione, ritrovandomi sempre con un accenno di sorriso durante la lettura.

Un finale poetico e non scontato.
Non finivo un libro in meno di 48 ore da tempo

Walter De Maria

Che dire…un romanzo che ti tiene il fiato in sospeso pagina dopo pagina… per poi alla fine una boccata d aria fresca ti riempie i polmoni… e fa ritornare a respirare…..

Ortenzia Nicastro

Iniziato il viaggio con la concubina e ti dico subito che già nelle prime pagine “Ricordi” ritrovo una Francesca bambina con una deferenza verso mio padre che sembra quasi primigenia, che ha influenzato anche le mie scelte e che porto ancora, a bada, dentro di me, dopo anni di terapia.

Quel voler compiacere per sentirsi dire: Brava, sei stata brava.

Vado avanti nel viaggio delle emozioni.
Finito. Si legge come bere un sorso d’acqua. Pregno di poesia.

Devo elaborare le riflessioni.
Ci sono colpi di scena, che mi hanno lasciato senza fiato.

Mentre leggevo ho avuto la sensazione che scrivere per te è come parlare: fluido, immediato, pulito.

Non è solo diretto perché i periodi, le frasi, non sono affatto semplici, ma sono ben costruite con parole ricercate ma tutto arriva chiaro.

Fa parte di te la scrittura.

Un magma messo in forma per noi lettori.
Grazie. Per la bella lettura e per la musica.

Francesca

Ho finito adesso questo terzo romanzo cdi Roberta Mezzabarba, e innanzitutto tutto posso dire che il suo modo di scrivere, ricercato ma scorrevolissimo allo stesso tempo, è fantastico, si vede che è un dono naturale, perché vale per tutti i libri che ha scritto.

I precedenti romanzi sono molto gradevoli, ma per me questo ultimo, è il più bello dei tre: il primo mi è piaciuto moltissimo, ma la storia è un argomento un po’ inflazionato; il secondo pure è stato bello, la storia, al contrario del primo, molto fantasiosa… ma

Le confessioni di una concubina è… fantastico!

La storia di questa ragazza è coinvolgente e drammatica allo stesso tempo, giuste anche le descrizioni, diciamo così, “hot”….

Poi Farnese (il nostro bel paesino) nella narrazione è stata un idea bellissima….non me lo aspettavo!!

Corradi Pulcini

Il libro l’ho finito ieri sera dopo un ora e mezza di lettura scorrevole .

Mi sono tuffata dentro ed a tratti mi sono ritrovata a fare i conti con in apnea di emozioni, tragicità dolore, rabbia, angoscia poi le pagine scorrevano e riprendevo ossigeno.

Lei è stata brava a scavare nei fondali dell’animo umano portando alla luce emozioni e stati d animo non solo della protagonista ma soprattutto del lettore, questa Misia che si trasforma da bruco a farfalla (perché lei è bella anche se cercano di farla sentire inadatta) che si misura con il dolore e la felicità con la fragilità e con la forza e quando tutto intorno sembra perdere certezza la sola via che rimane è interrogarsi allo specchio dell’anima e cercare di scegliere la felicità è la serenità più giusta (anche pensare al suicidio in quel momento per lei è stato una forma di sollievo) ma sbagliando fino al fondo si ritrova la luce, la forza e la consapevolezza che spesso il mondo ,la vita è in noi e si sceglie con forza di rinascere ancora.

Arte-Misia

A volte Misia si sente davvero bella. Si guarda allo specchio e osserva il riflesso del suo viso, le labbra piccole e carnose, le lentiggini intorno al naso, gli occhi turchesi e i capelli rossi e serici.

In quei momenti, vedere che il marito non fa che ignorarla la ferisce terribilmente: si sente irrilevante e trasparente agli occhi dell’uomo che ha sposato e questa sensazione è avvilente e davvero difficile da accettare.

Afferra con rabbia il mollettone con il quale ferma i capelli che ha raccolto e il morso di plastica con cui li imprigiona ferisce allo stesso modo il suo animo e il suo amor proprio.

La cosa più triste è che lui manco si accorge della rabbia della moglie.

La guarda di sfuggita, come se davvero non esistesse, e torna a fare le sue cose, con noncuranza.

Lei ricaccia indietro le lacrime e pensa che domani le cose cambieranno o magari cambierà lei.

Al lavoro, invece, chi le fa i complimenti c’è, eccome. Si tratta di Pietro, che anche in questo momento le sta ripetendo che il nuovo taglio di capelli le dona moltissimo.

Misia avvampa e abbassa lo sguardo. Non è abituata ai complimenti, lei, e non sa come reagire.

Ha desiderato per tanto tempo che le parole lusinghiere che ha appena sentito uscissero dalla bocca del marito e ora, che è un collega di lavoro a riempirla di attenzioni, sente un brivido attraversarle il corpo ed un piacere intenso propagarsi in ogni fibra del suo essere.

Pietro lavora in amministrazione e, a dire il vero, Misia non aveva fatto caso alla sua bocca sempre sorridente e ai suoi capelli scuri, finché lo sguardo insistente dell’uomo non ha agganciato il suo.

Hanno cominciato a salutarsi e Pietro ha cercato continue occasioni per rivolgerle la parola.

Poi sono arrivati i primi complimenti, le prime lusinghe, quegli apprezzamenti che per lei sono da tempo merce rara e di cui ha tanto bisogno…

Una ragazza ingenua, schiacciata da una madre opportunista e calcolatrice, che cerca sicurezza tra le braccia di un uomo, del quale finirà per diventare la moglie, inizialmente tranquillo e affidabile, ma in realtà completamente anaffettivo e subdolo.

Un matrimonio grigio e noioso – per sopravvivere al quale non è sufficiente neppure ricercare il sorriso del collega di lavoro apparentemente gentile, ossequioso e interessato (ma si tratta una volta ancora di una chimera) – che innesca una spirale di violenza verbale, psicologica oltre che fisica nei confronti di una giovane donna sempre più spenta, chiusa in se stessa e convinta di valere meno di nulla.

Una vita che perde ogni colore e si tinge di amarezza, di vuoto e di disperazione. Roberta Mezzabarba, poetessa e scrittrice viterbese, affronta nel suo terzo romanzo un tema tristemente noto alle cronache quotidiane, quella violenza di genere subdola e strisciante che è diventato un vero cancro della nostra società.

E lo fa servendosi di una protagonista fragilissima, succube dell’uomo che ha sposato, della famiglia di origine e anche della sua stessa ingenuità, talmente profonda da risultare, in alcune parti della
narrazione, inaccettabile.

Con uno stile estremamente semplice, la voce narrante racconta episodi durissimi della sua vita unicamente dal proprio punto di vista; sua è la disperazione, sua la consapevolezza di aver toccato il fondo. In questo contesto, la presenza degli altri personaggi della storia – purtroppo non troppo approfonditi dal punto di vista emotivo – ha l’unica funzione di detonatore dei sentimenti più nascosti della protagonista.

Una silloge di 21 liriche, già vincitrice di diversi premi in forma autonoma, si intreccia alla narrazione e contribuisce a raccontare – in maniera più accurata rispetto alla prosa, in alcuni passaggi – la malinconia della protagonista e la sua lotta per tentare di ridare un senso alla propria esistenza.

Mangialibri

Blog

Il Nuovo Romanzo di Roberta Mezzabarba è avvincente, accurato, appassionante, emozionante, credo che tutti siamo “Concubine” della nostra vita, che si deve necessariamente affrontare il cambiamento, liberandoci dalla gabbia che ci imprigiona in una vita che ormai sentiamo “stretta”.

Misia una giovane ragazza che attraverso la scrittura scrive la sua storia incisa del dolore, nelle pagine di un quaderno, ma l’ultima parola non sarà fine perché la speranza è sempre in attesa di essere raccolta e di vivere La vita, come la prima volta.

Complimenti Roberta sei riuscita a farmi commuovere con la tua grandissima sensibilità di una vera scrittrice di talento.

Giorgio Raucci

Divorato in poche ore, “Le confessioni di una concubina” è un viaggio a 360 gradi dentro la violenza, perché, sì il libro è una storia di abusi e violenza domestica… ma gli abusi per Misia partono da lontano, addirittura da quando era ancora una bambina, quando l’abuso non era fisico ma soprattutto psicologico… lei troppo dolce e i genitori troppo freddi e autoritari, quindi crescere senza mai ricevere un complimento o un gesto di dolcezza e in più manipolata psicologicamente… la porta ad essere una donna insicura, con poca fiducia in se stessa e con una bassa autostima.

Prima sottomessa al volere della sua famiglia principalmente della pessima madre, la figura più negativa in assoluto, forse al pari della sorella (egoista) …certo, a parte il “mostro”!

Poi per la serie… “come cadere dalla padella alla brace!!” …alla morte della nonna: l’unica persona che l’ha amata incondizionatamente, l’unica luce nella sua vita… per Misia, non rimane altro che cercare quel surrogato di amore in Filippo, in apparenza un bravo ragazzo e affidabile, ma troppo silenzioso e incapace di gesti di affetto (…..) Misia sopporta tutto, pur di mantenere quel poco che ha, impotente… e credendo che è colpa sua con tutte le sue forze cercherà di capire cosa fare per conquistare il suo cuore ma anche comportandosi da “concubina”, schiava e succube del marito, lui la ignorerà passando le giornate o fuori casa per il lavoro o sdraiato sul divano davanti alla TV .

Misia sempre più sola e amareggiata cercherà le attenzioni fuori casa, e così emotivamente fragile si imbatte nel classico collega farfallone… lei per la prima volta prova sensazioni molto forti, ma in verità è alla ricerca solo di coccole e baci …il collega invece vorrebbe altro

In casa intanto la tensione cresce e una sera, la scoperta del quaderno di poesie della moglie, innesca in Filippo una esplosione di violenza tale da arrivare a provocare l’aborto del loro figlio, che lui non voleva .

Uscita dall’ospedale, schiacciata tra la furia cieca del marito, il finto perbenismo della madre che lo difende, l’assenza del padre e l’egoismo della sorella…

Misia è sempre più disperata, sembra che nessuno crede a quello che dice e così sogna di mettere fine a questa sofferenza e c’è un unico modo….

Ma il destino la pensa diversamente e dopo tanto buio, finalmente un po’ di luce torna ad illuminare la vita di Misia, conoscerà persone meravigliose che hanno solo un pensiero: aiutarla!!!

Aiutarla a ritrovare la speranza, a ricominciare a respirare e che gli daranno nuove opportunità e nuove strade…

Come finirà?
Roberta grazie mille per questo romanzo intenso che tocca temi forti, scritto benissimo in modo semplice e chiaro, è impossibile non trovare subito empatia nei confronti della dolce Misia… sentire la sua paura e soffrire con lei.

Una storia, ahimè, attualissima, come purtroppo, se ne sentono tutti i giorni un pugno allo stomaco…
Misia rappresenta migliaia di donne, che ogni giorno, in tutto il mondo, subiscono violenza: è ora di finirla!!!

La copertina è fantastica, lei è Misia e l’ho guardata negli occhi prima di iniziare a leggere
La chicca finale è il CD musicale, creato appositamente per il romanzo…
l’ho ascoltato con grande emozione mentre leggevo!!!

Rita Di Terlizzi

Un libro che tratta temi molto delicati in modo diretto e realistico. Una protagonista descritta con intima onestà nella sua crescita interiore, nonostante le proprie debolezze.

L’esasperazione di Eros e Thanatos che albergano in ognuno di noi.

Complimenti alla scrittrice Roberta Mezzabarba, amica e consigliera personale.

E grazie per la bellissima dedica.

Paolo Berni

Una montagna russa ecco proprio questa è la sensazione.

Ecco si parte ignara provi eccitazione dell’ignoto convinta da altri e per non deluderli vai …poi ecco il terrore senti l’odore della paura della sofferenza dell’anima violata, gridi nella speranza che qualcuno ascolti le tue grida…poi ti accorgi che in questo andare su e giù non sei sola.

E poi finalmente arrivi alla fine …si allentano le griglie di protezione e tu scendi svuotata ma fiera e forte per aver superato questa terribile prova e determinata a pensare e agire con la tua testa.
Bellissimo romanzo di Roberta Mezzabarba che ti trascina , avvolge e coinvolge. Misia protagonista inventata che rappresenta la realtà di tante Donne. Se al mondo ci fossero tanti Olga , Iride, Sebastiano e Aedo tante di loro sarebbero salve. Si conclude così il mio viaggio col cuore gonfio d’emozione.

Rita De Luca

Per la mia propensione ad immedesimarmi negli altri è stata una lettura sofferta ma non riuscivo a smettere di leggere.

L’autrice è riuscita a farmi calare nei panni della protagonista, ho sofferto e pianto con lei, ho anche imprecato contro chi aveva il dovere di proteggerla e invece ha chiuso non un occhio solo ma tutti e due, abbandonandola a se stessa.

“Un giorno sarai felice, ma prima la vita ti insegnerà ad essere forte”.

E quanto ha dovuto imparare ad essere forte Misia per raggiungere la tanto agognata felicità!

Purtroppo la storia della protagonista è analoga a quella di tante altre donne.

Donne che sognano il principe azzurro ma che si ritrovano accanto l’orco; che sognano l’amore ma che si ritrovano a subire violenza fisica e psicologica.

Donne costrette a farsi piccole piccole e a misurare i respiri per paura di svegliare l’orco.

Cosa scatena tutta questa violenza nella mente e nell’animo dell’essere umano? Gelosia? Possessione? Frustrazione? Insicurezze?

Facile dire: “Donne, denunciate i maltrattamenti”, ma nel momento in cui Misia ha trovato il coraggio di farlo, chi l’ha aiutata?

Le istituzione devono prima indagare e intanto ti rimandano nella tana della bestia che nel frattempo è libera di sfogare le sue ire. Chi altro poteva aiutare Misia?

Quelli che l’avevano messa al mondo facevano finta di niente, non volevano scandali.

Apparire bene agli occhi degli altri era per loro una priorità che andava messa al primo posto, ignorando le sue grida silenziose di aiuto e lasciando la figlia sola con il suo triste destino.

Si sentiva stanca Misia, sola, dolorante per le tante botte ricevute, avrebbe voluto che tutto finisse, voleva dare un taglio netto a tutto per non dover soffrire più.

E nel momento in cui si era convinta che nulla sarebbe mai più cambiato ecco che succede qualcosa che le fa intravedere una piccola lucina in lontananza, deve solo trovare la forza dentro di sé per poterla raggiungere e goderne.

Mi sono trovata a soffrire con Misia man mano che andavo avanti con la lettura, ma ad un certo punto mi si è alleggerito il cuore e ho gioito per lei.

Devo fare i complimenti all’autrice, libro davvero coinvolgente.

L’inserimento delle poesie poi è stata una piacevole sorpresa.
Ne consiglio la lettura.

Mirella Guagnano

Un sabato meraviglioso trascorso a leggere d’un fiato “Le confessioni di una concubina “.

Misia è un po’ tutte noi quando ci confrontiamo con il lato più profondo ed oscuro di noi stesse.

Bellissimo il romanzo , straordinario il mix della sua costruzione tra racconto e poesia .

Complimenti Roberta Mezzabarba, mi hai stregata !

Rosanna Augello

Il Nuovo Romanzo di Roberta Mezzabarba è avvincente, accurato, appassionante, emozionante, credo che tutti siamo “Concubine” della nostra vita, che si deve necessariamente affrontare il cambiamento, liberandoci dalla gabbia che ci imprigiona in una vita che ormai sentiamo “stretta”.

Misia una giovane ragazza che attraverso la scrittura scrive la sua storia incisa del dolore, nelle pagine di un quaderno, ma l’ultima parola non sarà fine perché la speranza è sempre in attesa di essere raccolta e di vivere La vita, come la prima volta.

Complimenti Roberta sei riuscita a farmi commuovere con la tua grandissima sensibilità di una vera scrittrice di talento.

Giorgio Raucci

“Le confessioni di una concubina” è una storia tragicamente attuale di abusi e di violenza
domestica, dapprima psicologica e poi anche fisica, narrata in prima persona da Misia, la protagonista del romanzo.

Il racconto assomiglia ad un flusso di coscienza, Misia “parla” e non ci risparmia nulla della sua sofferenza e del suo dolore, che ci colpiscono forte come un pugno dritto nello stomaco.

Ho letto queste pagine in apnea, senza riuscire a staccarmene, ma nello stesso tempo ho avvertito forte il bisogno di una pausa, di prendere respiro, perché il dolore di Misia mi ha invasa e il suo personaggio mi è entrato dentro, tanto da continuare a pensare a lei anche mentre non leggevo.

A mio parere, sta proprio in questo il punto di forza del romanzo: la capacità dell’autrice di creare un personaggio che prende vita tra le righe ed esce dalle pagine per entrare nel nostro quotidiano, col suo fardello di dolore che riusciamo a vedere e sentire sulla nostra pelle.

Un personaggio di fantasia che diventa reale.
Leggendo si ha l’impressione che la storia sia divisa in due parti, la prima è buia come il tunnel che inghiotte la vita di Misia, precipitandola in una discesa disperata che sembra raggiungere il punto di non ritorno.

La seconda invece, disegnata con i colori della speranza e della rinascita e accompagnata dalla musica del maestro Allevi, ci offre un messaggio di resilienza e di speranza, restituendoci il respiro a mano a mano che procediamo nella lettura.

Una menzione a parte merita il linguaggio utilizzato dall’autrice che alterna prosa e poesia, scegliendo quest’ultima per penetrare ancora più a fondo nell’animo della protagonista.

Un’alternanza che, insieme ad una grande abilità descrittiva, costituisce senz’altro il valore aggiunto di un libro dai contenuti importanti e coraggiosi che emoziona e fa riflettere.

Leggere fa bene

Blog

“La mia vita è un fallimento, uno sbaglio perpetuo.

Un’infinita corsa alle calcagna di chi non mi vuole, o vuole solo una parte di me: chi il mio corpo, chi la mia mente, chi i miei servigi.

Mai un acquisto in blocco, mai realmente tutto compreso.”

Qual è il punto esatto in cui, in un uomo, la brutalità prende il sopravvento trasformandolo nella bestia carnefice che infierisce sulla sua preda senza rimorso, pietà, umanità?

Qual è il momento esatto in cui, in una donna, germoglia l’idea di non fare abbastanza, di non piacere abbastanza, di non parlare abbastanza, di non amare abbastanza, di non meritare, il momento esatto in cui decide di non essere e trasformarsi nella vittima sacrificale?

L’autrice in questo romanzo da voce a Misia, donna come tante, fagocitata dalle sue stesse insicurezze che la portano a non scegliere ed in questa non scelta l’errore è inevitabile.

“Non ho mai avuto la sensazione di essere costretta a comportarmi in un certo modo, credo di aver fatto tutto con estrema leggerezza, guidata dalla fidata mano di chi mi aveva messo al mondo. “

Misia ripercorre i ricordi della sua infanzia, il suo essere bambina in una famiglia come tante. Torna alle origine perché lì sta la risposta alla domanda, nel posto in cui si nasce e si cresce, troppo spesso nido sguarnito, che non accoglie, non cura, non custodisce.

Da bambina ho sempre avuto un timore quasi reverenziale del giudizio della mia famiglia, dei miei genitori.

Proseguivo a passi incerti nella mia vita con un occhio sempre puntato alle reazioni che suscitavano le mie azioni.

Le confessioni corrono veloci, le parole si susseguono, le pagine scivolano tra le mani.

Siamo lì ad ascoltare la voce di Misia, moglie di un uomo anaffettivo, a seguirne il percorso, la ricerca di attenzioni ed approvazione per sentirsi speciale, la compiacenza e deferenza verso chi le elemosina complimenti. Siamo sempre lì mentre cade, soccombe, subisce senza poterla aiutare ed i suoi silenzi diventano le nostre grida, la sua docilità la nostra ribellione.

“Le confessioni di una concubina.

Non sono altro.
Null’altro che la concubina dei miei dolori, delle mie insoddisfazioni, delle mie frustrazioni, dei miei bisogni puntualmente disattesi, ignorati, calpestati, vilipesi, disprezzati, messi al rogo.”

L’autrice con uno stile asciutto, scorrevole, composto da periodi brevi, intensi ci trascina nella violenza più sordida, ferendoci e stupendoci con un colpo di scena impensato, ma sperato.

Roberta Mezzabarba riempie le pagine di parole in prosa e in poesia, ci offre la sua musica inondandoci.
Roberta Mezzabarba da forma al magma interiore di Misia, un dialogo a tu per tu con la protagonista e non sarà così difficile ritrovarci anche in uno solo dei tanti pensieri della protagonista perché il tema è attuale e presente ogni volta in cui la nostra femminilità viene derisa, insultata, limitata, ogni volta in cui ci nascondiamo, ci umiliamo, ogni volta in cui la nostra essenza viene braccata, deturpata, schiavizzata, uccisa.

Alle donne il compito di riconoscersi, riscoprire gli istinti, uscire dall’ottundimento, spogliarsi del ruolo di reiette e tornare ad essere.

“Un giorno sarai felice ma prima la vita ti insegnerà ad essere forte.”

Questo il messaggio di Roberta Mezzabarba a tutte noi.

La lettrice sulle nuvole

Blog sololibri.net

Quando arrivo alla parola FINE di un libro per me inizia la vera “lettura”… perché rifletto, ricordo, analizzo, focalizzo e memorizzo.

“Le confessioni di una concubina” è una storia di violenza e abusi, ma è soprattutto una storia di solitudine.

È soprattutto la storia di una bambina.

Nelle prime pagine c’è tutto, c’è tutta la Misia che sarà: la concubina violentata, abusata e calpestata.
La ragazza “trasparente” “bruttina” “nulla di speciale”. La moglie “buona a nulla”. La madre incapace di portare il figlio in grembo….

È tutto nelle prime pagine, nei ricordi di un’infanzia trascorsa a compiacere una madre e un padre mai soddisfatti, che pretendono senza chiedere, ottengono senza domandare e si appropriano senza ringraziare.

Un’infanzia di giornate sbiadite dove l’unico raggio di sole è una nonna che accarezza, ride e si commuove con lei, la fa sentire unica, imperfetta e bellissima…

E parte tutto da lì, da questa infanzia, la sua graduale e inesorabile discesa all’inferno, dove i bocconi amari cancellano le rare dolci briciole, dove l’unica via d’uscita sembra essere la scelta del “metodo giusto” per smettere di soffrire, “per tirar fuori la notte” e riposare per sempre.

Una prima parte che ti colpisce come un pugno allo stomaco…

Un romanzo vero, forte e ben scritto, in perfetto equilibrio tra la prosa più dura e la più tenera poesia, quella del quaderno scarlatto, testimone dei momenti più bui, ma anche della rinascita:
la storia di una donna dal bellissimo volto spruzzato di lentiggini.

Brava Roberta Mezzabarba

Laura Principi

Misia inizia a raccontare e sono subito pietre scagliate sul lettore. Ritmo martellante, a tratti ipnotico.

Misia ha un marito soprammobile e genitori contro. Un giorno Misia crede d’innamorarsi o forse s’innamora davvero.

C’è un prima e un dopo nella sua vita, e uno spartiacque nella narrazione.

La ripartenza, tragica, di una donna, per sentirsi “circonvessa, raggomitolata, ripiegata dentro all’involucro dei pensieri, seduta rovinosamente sul bordo dell’anima”.

Avendo io un debole per i cattivi personaggi, ho amato la mamma più di tutti gli altri.

Resa benissimo, con poche battute, ma infernali, stupende quanto agghiaccianti.

Alessandro Gnani

Ho divorato e assaporato la lettura di questo libro nelle mie notti insonni, non mi aspettavo una storia così.

Cosi reale, così familiare, così fortemente personale.

Mi sono tuffata in una vita e mi sono immedesimata purtroppo per il mio vissuto.

Un passato dimenticato, molto probabilmente volutamente, un passato a cui io ho detto addio nel momento in cui ho deciso di separarmi da “quel mostro che mi aveva resa concubina” all’età di 20 anni.

Ho avuto molti Pietro che hanno abusato della mia voglia di essere amata, e persone che mi hanno usata per i loro comodi.

La rivalsa me l’ha data la poesia, l arte, l amore per i miei figli che mi hanno svegliata dalla voglia di non vivere..

Grazie Roberta grazie di avermi regalato per qualche notte la voglia di vedere il riscatto in altre donne… la seconda possibilità di ognuno di noi.

E grazie di aver dato la tua arte per manifestare la forza che si racchiude in ognuno di noi anche contro tutti…

Emanuela Restuccia

“Misia, una giovane donna , a cui il destino ha riservato un trattamento spietato, triste, per certi versi sconvolgente.

Misia e la sua vita monocromatica che durante il suo corso si tinge sempre più di nero.

Concubina della sua vita, Misia, assiste senza anestesia alla vivisezione del proprio essere in partizioni per poi vedere scartate parti di sé non gradite o non reputate utili, avanzi lasciati nel piatto della vita.

E mentre la famiglia che la manipola da una vita, si è progressivamente allontanata, il marito, un uomo apatico, che la ignora per gran parte del tempo e che se si rivolge a lei riesce a farla sentire come una mosca fastidiosa, diventa d’un tratto violento.

La perdita di due gravidanze, la prima in modo naturale, la seconda a causa delle violenze domestiche subite, la spingono a pensare ad un gesto estremo.

Ma come accade a volte nella vita, l’insperato attende Misia dietro alla prossima curva, e le viene drammaticamente offerta una seconda occasione, che seppure non rappresenterà un’equa ricompensa dei mali subiti, ne mitigherà il ricordo smussandone gli spigoli vivi, per aprirle uno spiraglio verso un futuro in cui i cupi toni vissuti toni hanno la possibilità di divenire più tenui.

Misia merita scopre di avere la capacità di essere lei stessa artefice del suo destino, senza soccombere più, per essere finalmente libera di amarsi, e di amare.

La narrazione è inframezzata da 21 liriche, scritte dalla protagonista su un “quaderno scarlatto” che fanno da contrappunto alla narrazione.”

Il Giallista

blog

Misia è una giovane donna che fin da piccola viene indirizzata dalla famiglia sulle decisioni da prendere.

La famiglia pretende che Misia segua “i suggerimenti” che il padre e la madre le danno.

Così si ritrova sposata con Filippo. Si ritrova a vivere una vita fatta di violenze psicologiche e fisiche. E ad un certo punto non riesce più a continuare e prende la decisione di farla finita con la vita..

Ma il destino deciderà in modo diverso.

” Un giorno sarai felice, ma prima la vita ti insegnerà ad essere forte”.

La protagonista di questo libro lo sperimenta sulla propria pelle.

Proverà sofferenza psicologica e fisica.
Saranno proprio le persone che dovrebbero prendersi cura di lei che le infligeranno le ferite più profonde.

Misia mi ha fatto piangere. Misia mi ha fatto riflettere profondamente sulla condizione di noi donne.

Troppo spesso permettiamo agli altri di prendere decisioni per noi stesse.

Troppo spesso stiamo in silenzio davanti alle violenze che subiamo. Purtroppo troppo spesso ci colpevolizziamo per ciò che succede. Pensiamo di essere inadeguate nei confronti di chi abbiamo vicino. Pensiamo di essere sbagliate.

“Quanto dolore hai pagato per la bellissima armatura che indossi?”

Chi riesce ad uscire da tutto questo dolore (anche se penso che non si riesca ad uscirne mai del tutto) è “premiato” con un armatura. Un armatura che ci protegge dagli altri..e forse ci protegge anche da noi stessi.

Inutile dirvi che questo libro deve essere letto. Io in due sere l’ho divorato.

Seppur mi sia dovuta fermare perché mi ha fatto male nel profondo.

Finita la lettura rimangono tante sensazioni..
Una su tutte la speranza per una nuova possibilità, un nuovo inizio..

La speranza di poter vivere la vita che meritiamo.

Monica Burel

In questo romanzo Roberta ci racconta la storia di Misia, una giovane donna, insicura di sé che vive una vita apparentemente normale.

L’insicurezza di Misia deriva dall’educazione che i genitori le hanno imposto: chiedendole sempre di più, trattandola come se non fosse mai abbastanza, manovrandola…

Nel corso degli anni è cresciuta quando Misia ha deciso di sposare Filippo.
Filippo che non è stato un marito modello.
Filippo che non è stato capace di donarle neanche un minimo di affetto e amore.

La vita di Misia è circondata di tristezza e pian piano si tinge anche di un solo colore: il nero.

Nero come il dolore che prova.
Nero come il terrore che si instaura nella sua mente.
Nero come il lutto.

Tutto finché Misia non trova il coraggio di prendere la sua vita in mano e ricominciare.

“Le confessioni di una concubina” è un romanzo che parla in primis di violenza.

Vorrei dire che si tratta solo di violenza domestica, vorrei dire che si tratta solo di violenza fisica ma purtroppo Misia è costretta a sopportare molto di più.

Quella che ci ritroviamo davanti è una ragazza sottoposta a violenza psicologica fin da quando era poco più di una bambina.

I genitori si sono sempre occupati di farla sentire “inferiore”, “mai abbastanza”.

Misia non è mai stata la figlia modello secondo loro.
Ciò ha portato anche lei pian piano a sentirsi inadeguata e ad avere mille timori.

“Così mi abituai a credere di non essere nulla di speciale.

Allo specchio mi guardavo poco, credevo di essere anche un po’ bruttina, semplicemente perché mi era stato insegnato dalla vita a non avere fiducia in me stessa, nelle mie potenzialità.”

Ciò rende Misia uno dei personaggi più veri di sempre.

È facile empatizzare con lei.

È facile soprattutto se, come me, spesso vi siete sentite inadeguate e avete dovuto fare un grande lavoro su voi stesse e la vostra autostima.

Già nelle prime pagine del libro mi sono sentita un po’ come la nostra protagonista.

Musica e lettura sono i suoi due unici metodi di evasione (ma anche i miei in realtà!).

Poi all’improvviso è iniziato il suo vero calvario, come se ciò che aveva vissuto fino a quel momento non fosse stato abbastanza.

In un ritmo serrato e coinvolgente, con l’uso di capitoli brevissimi che stimolano ancora di più la curiosità del lettore, Roberta ci guida sapientemente tra le stanze ci casa di Misia.

Ci mostra tutto il suo dolore e la follia di un uomo disposto a distruggere la donna con cui ha vissuto fino a quel momento.

L’autrice ci guida nel terrore che Misia prova tornando a casa.

Lo rende tangibile.

Il lettore riesce a percepire distintamente ogni singola emozione della protagonista e ciò rende ogni parola del libro come se fosse un pugno nello stomaco.

Nella seconda parte del libro il ritmo rallenta un po’ ma è giusto che sia così!

L’autrice ha voluto dare al lettore il tempo di respirare e alla sua creatura d’inchiostro il tempo di metabolizzare il dolore subito.

“Era pur sempre un inizio.
Provare ancora emozioni.
Sentire la pelle incresparsi.

Avvertire gli angoli della bocca salire, nell’abbozzare un sorriso.

Chiusi gli occhi e bevvi di tutte quelle sensazioni che mi travolsero come una valanga inaspettata.

Volevo vivere.
Volevo tornare a vivere.”

Questa seconda parte del libro è crescita, è rinascita, è realizzazione personale.

La protagonista finalmente ha capito che non importa ciò che dice la gente, che è in grado di bastarsi e soprattutto che vale!

Il libro è un mix sapiente di scrittura in prosa e poesia.

Le poesie di Misia, i suoi versi mi sono piaciuti tanto: racchiudono rabbia, dolore, amore.

Ho conosciuto l’autrice attraverso un gruppo di lettura su Facebook, si tratta di “Libri itineranti”.
È una splendida iniziativa in cui si fanno viaggiare dei libri di lettore in lettore per tutta l’Italia accompagnati da dei quaderni che fungono da diario di viaggio su cui ogni lettore va ad annotare i
suoi pensieri e sensazioni.

Roberta insieme al suo libro e ai quaderni ha messo un viaggio un cd.

Un cd che racchiude le canzoni che l’hanno accompagnata durante la stesura del libro.

Non solo ho trovato l’idea originale e magnifica, ma penso che sia un modo splendido per rendere i suoi lettori ancora più partecipi.

Tra l’altro, leggendo il libro a me sono venute in particolare in mente altri due pezzi, piuttosto conosciuti degli Evanescence: “My immortal” e “Bring me to life”.

Li trovo molto adatti per rispecchiare la vita e il dolore della nostra protagonista.

Intorno alla storia di Misia poi girano altri temi.
Si parla di manipolazione, suicidio, mancanza di affetti.

Ho trovato assurda l’idea che in una famiglia nessuno sia disposto a credere (forse perché per me la famiglia è tutto).

Ho trovato straziante l’idea che con una semplice ricerca su internet Misia sia riuscita a trovare infiniti suggerimenti su come togliersi la vita.

Devo dire che il mio anno letterario è iniziato proprio bene.

Ho divorato le parole di Roberta in una giornata e non vedo l’ora di leggere gli altri suoi lavori.

Anonimo

Legàmi

San Silvestro 1999. Guglielmo e la sua vita in apparenza serena, senza ombre. Gemma, la sua ragazza, l’unica per cui abbia provato qualcosa che andasse oltre il puro piacere fisico. Angelica, una madre affettuosa e presente. Filiberto, padre freddo e distaccato. E infine Luana e Lucio, gli antagonisti della storia, coloro che tenteranno di distruggere la vita di Guglielmo, di strapparlo ai suoi affetti per realizzare un progetto diabolico e folle di una mente malata e demoniaca. Ma la vita è fatta anche di scelte. Saprà Guglielmo sciogliere i nodi che lo soffocano e tornare ad impadronirsi della sua vita?

Legàmi è un testo che si divora. Lo si assorbe tutto d’un fiato come un bicchiere d’acqua fresca, anzi gelata.

Proprio come l’acqua gelata, il fastidio ti raggiunge un attimo dopo al piacere. Libro godibilissimo, trama orchestrata con cura anche se lineare.

Si entra velocemente in empatia con i personaggi e con gli stessi si soffre, si ama e si vola.

Dopo un sacco di belle emozioni ti prende il rammarico che forse manca ancora qualcosa, un leggero retrogusto amaro.

Libro comunque consigliatissimo, dalla scrittura curata e colta.

Fabia Romano

Legàmi é uno di quei libri che bisognerebbe leggere tutto d’un fiato.

Lo stile dell’autrice è scorrevole, chiaro ed elegante.

L’aggiunta delle metafore e similitudini all’interno della storia mi hanno regalato delle meravigliose immagini.

La caratterizzazione dei personaggi è ben riuscita: personalmente mi sono rivista in Angelica, la madre del protagonista.

Ho apprezzato meno (anzi direi odiata) Luana.
Ma non posso rivelarvi altro! Altrimenti rischierei di farvi spoiler.

La storia mi ha tenuta incollata alle pagine, ero curiosa di scoprire cosa stesse succedendo all’alba del nuovo millennio.

Ma alla fine l’attesa ripaga e il finale con qualche colpo di scena chiarisce tutto!

Emily Ronza

Legàmi
thriller: ben articolato, scritto benissimo, descrizioni impeccabili, un filo che lega il passato con il presente…

E poi i legàmi: perché certi Legàmi sono indissolubili e predestinati.

Bellissimo romanzo, consigliato!

Giuly

Legàmi
storia gothic ambientata ai giorni nostri che tiene il lettore avvinto fino alla fine grazie a una scrittura elaborata al pari di una trina nera.

Momenti di grande poesia con una maestria linguistica da grande scrittore!

Maria Scerrato

Quando ero piccola divoravo libri… poi non più!
In questi giorni, a casa, sono tornata indietro di anni, quando leggevo quei libri che tanto mi piacevano.

Ho divorato Legàmi con la stessa curiosità di quei tempi, con la curiosità di arrivare a capitolo successivo e dire… E ORA?

“Bene tutti dormono ed io vado a leggere, non vedo l’ora” … mi sono trovata spesso a pensare questo, che cosa strana per una domma come me sempre presa da tutto il resto e non aver fantasia e tempo di fare altro!

Mi è piaciuto molto.

L’autrice è proprio brava brava!
Ok, attendo il terzo!

Novella Costantini

Legàmi, il nuovo romanzo di Roberta Mezzabarba.
“Legàmi” ha il plot di un thriller ma è, al fondo, un’indagine sull’oscurità umana fondamentale.
Legàmi che legano-condannano ma da-cui-anche-liberarsi-lottando. (Destino già da sempre scritto o la fievole facella di un libero arbitrio possibile?)

Legàmi di una narratrice coi propri personaggi. (Cordone ombelicale o serena distanza, empatia ricca di pietas? Guglielmo, il protagonista… che cosa noi lettori pensiamo di lui, che cosa sentiamo per lui, richiudendo il libro a lettura ultimata?).

Legàmi di un’autrice con la propria scrittura (Roberta scrive in una prosa ritmica, ossigenata, a volte spigolosa, ma le sue frasi tendono spesso all’impennata del verso poetico.)

Legàmi di una scrittrice con il proprio pubblico.

Antonello Ricci

Ed eccomi di nuovo qui, a libro chiuso, a riflettere sul vortice di emozioni emerse dalle parole che hanno dato vita alla storia originale e ben costruita di LEGÀMI.

LEGÀMI di sangue e d’amore (alcuni da distruggere ed altri da salvare) che si intrecciano, si avvolgono e si svolgono nello spazio temporale dell’ultimo ventennio del secolo scorso intorno alla figura di Guglielmo “l’uomo che con la sua volontà di vivere si difende dagli attacchi altrui” vittima di un feroce piano diabolico iniziato con il mistero di una nascita al tramonto nel momento in cui due sfere luminose contrapposte si fronteggiano “…

l’una alla fine del suo cammino e l’altra ai primi passi del suo tragitto…”.

Da qui il romanzo prende forma, si “snoda e si annoda” tra colpi di scena inquietanti ed inaspettati, in atmosfere cupe e drammatiche, con un ritmo frenetico e carico di tensione.

Ma LEGÀMI è anche e soprattutto la storia di grandi donne, forti e coraggiose, con caratteristiche diverse e ben delineate, Silene Angelica e Gemma, che legano con nodi invisibili di sangue e d’amore Guglielmo fino a togliergli il respiro, fino a farlo arrivare al punto di non comprendere più quale sia la realtà… sogno o incubo?

E soprattutto…
siamo davvero padroni della nostra vita?

Brava Roberta Mezzabarba che con uno stile chiaro, che a volte sfiora la poesia, riesce sempre a far sentire il lettore dentro la storia e parte di essa

Laura Principi

Il libro Legámi mi ha catturata da principio per la sua copertina. È un libro che ho avuto il piacere di poter leggere e ascoltare (esiste anche in audiolibro!).

Un bel romanzo thriller che ti travolge e si fa leggere tutto d’un fiato.

Più si procede con la lettura e più la storia vi rapisce. Non mancano momenti di suspense, di intrecci e sbalzi temporali tra passato e futuro.

– Guglielmo un ragazzo che reputo con poca personalità, si lascia troppo corrompere dalle varie donne della sua vita.

Conoscerà la verità sulla sua vita e purtroppo lo farà a spese delle persone che gli sono accanto.

– Angelica una donna che per amor del figlio farebbe qualsiasi cosa, anche mettendo in gioco la sua stessa vita.

– Lucio, Luana e Filiberto sono tre personaggi che definirei “malati”. Li ho odiati da subito.

Non sempre i legami di sangue sono più forti dei legami “scelti”.

Lo stile di Roberta è chiaro, fluido. Le descrizioni dei personaggi e delle ambientazioni sono state molto accurate da entrare in sintonia con il lettore.

“Legámi, nodi invisibili che le vicissitudini, la pazzia, la normalità, le passioni, il dolore, il tradimento, il tempo, la lontananza, il voler a tutti i costi dimenticare, non riusciranno a sciogliere.
Mai.

Legámi più forti del sangue, del voler a tutti i costi sfuggirsi.
Legámi.”

Bookworm889

Ho letto legami tutto d’un fiato, che dire?

Semplicemente meraviglioso!

Lo inizi a leggere e… sei lì.. con le perfette descrizioni che ti proiettano dentro la storia, vivi il racconto, provi le emozioni dei personaggi, resti “incollata”, lì, con il fiato sospeso ed il cuore palpitante, fino alla fine.

Grazie per avermi regalato tante emozioni!

Maria Rita lombardo

Finito ora di leggere, tutto di un fiato cosi come piace a me.

Le pagine scorrono veloci e ti tengono in ansia e una certa adrenalina per la voglia di arrivare a scoprire sempre di più il mistero.

Un intreccio di legàmi che si aggrovigliano intorno al personaggio fulcro, Angelica.

Sicuramente il finale è uno e solo: il Bene che sconfigge il male…

Leggendo mi sento una persona proiettata e partecipe come sul set di un film dietro le quinte .

Complimenti all’autrice, ancora una volta per questo altro sogno.

Marisa Filogonio

Nuovo ed emozionante romanzo, linguaggio sempre più forbito e, nonostante l’intreccio non semplice della vicenda, comprensibile a tutti.

Personaggi inquietanti e ben descritti nelle loro emozioni hanno catturato subito la mia attenzione.

Letto in un solo giorno per arrivare in fretta alla conclusione.

Per me confermata la sua passione per la scrittura.

Io sono solo una mediocre lettrice di romanzi mi aiutano a riposare lo spirito e leggo solo ciò che mi attrae e coinvolge sin dall’inizio inizio e….
l’autrice lo sa fare molto bene!

Complimenti.

ASTON MARTIN

Traendo ispirazione dal filone dell’escatologia millenarista e apocalittica, il romanzo è più un noir/mistery piuttosto che un thriller perché il lettore conosce già i personaggi maledetti con i quali si relazionano i protagonisti.

La trama è un susseguirsi ininterrotto di situazioni che lasciano il lettore con il fiato sospeso, scandite dall’essenziale intitolazione dei capitoli, indicati da numeri scritti in lettere, quasi a voler rimarcare il ritmo dinamico della vicenda che non lascia spazio a pause descrittive eccessivamente lunghe.

La vigilia di Capodanno, prima del 1979 e poi del 1999, segna due tappe fondamentali del romanzo, ma soprattutto aggiunge significati carichi di tensione psicologica ed emotiva: l’angoscia per la fine di un anno e di un millennio, raffigurazione della morte e del passaggio verso un mondo ancora ignoto, esorcizzato da un’allegria sfrenata e inquietante.

In quel frangente accade qualcosa che riporterà i protagonisti indietro nel tempo, a scoprire i loro reciproci legàmi, tra colpi di scena e situazioni inaspettate.

Nel libro ogni personaggio lascia una traccia significativa, anche quelle figure apparentemente marginali, come il Prof. Miraghi, la cui personale storia si incrocia, solo per poco ma in maniera intensa, con i due protagonisti, Guglielmo e Gemma.

Roberta Mezzabarba, che già nel suo primo romanzo, “La lunga ombra di un sogno”, aveva dimostrato di essere una scrittrice talentuosa, non perde la sua eccellente capacità di scrittura cimentandosi con questo genere, completamente diverso dal primo.

Si auspica che “Legàmi” sia solo il primo romanzo di una lunga serie, con le stesse sorprendenti caratteristiche.

Caterina Pisu

“Legàmi, nodi invisibili che le vicissitudini, la pazzia, la normalità, le passioni, il dolore, il tradimento, il tempo, la lontananza, il voler a tutti i costi dimenticare, non riusciranno a sciogliere.”

Il fulcro della storia è senza dubbio la metafora della corda che unisce Guglielmo al suo destino, quando nella notte di Capodanno del nuovo millennio tutto si stravolge.

Durante la festa il ragazzo, proprio nel giorno del suo ventesimo compleanno, perde la testa e la cognizione della realtà, percorrerà nuove strade buie ma da cui non vuole divincolarsi.

“Guglielmo prese dalle mani della madre quel pacchetto che sembrava nascondesse chissà cosa, e lo liberò della carta che lo avvolgeva: un ciondolo bianco e trasparente di alabastro dalla forma rotondeggiante…”

Con una scrittura semplice e scorrevole Roberta Mezzabarba mi ha trasportata attraverso i binari della suggestione, dentro la profezia che, nel periodo del passaggio all’anno duemila, ha assillato l’umanità con ipotetiche catastrofi e fobie varie.

Nel romanzo Legàmi vedo Guglielmo studiare su libri antichi, di cui l’autrice mette in evidenza alcuni estratti.

Il giovane è affascinato dal comportamento dell’uomo nell’epoca medievale, dal pensiero che tutte le disgrazie o fenomeni inspiegabili, in quel tempo, si pensasse fossero opera del Demonio; inconsapevole, però, di un destino già scritto per lui da un folle, fanatico del male.

“Nel tramonto due sfere contrapposte e luminose si fronteggiavano”
“…grida di dolore, che rimbalzavano con echi simili a falene impazzite, imprigionate fra le grezze mura di quella grande stanza dal soffitto alto e buio.”

I personaggi del romanzo si muovono dentro immagini scenografiche, dentro un thriller dal sapore a tratti romance e gotico, descritti nelle loro linee estetiche più che caratteriali; accompagnano il protagonista alla ricerca del suo passato, e i numerosi interrogativi della voce narrante nel romanzo suscitano curiosità ma deviano l’attenzione alla trama.

La copertina, invece, ha un richiamo forte e suggestivo al doppio significato della parola pronunciata con diversi accenti, da cui deriva tutta la metafora della storia.

Legàmi è un romanzo per gli appassionati di ogni genere.

Maria Rita Sanna

Legàmi
-thriller dal carattere forte e non scontato.

Adoro lo stile di scrittura dell’autrice, forbito ma chiaro, la descrizione delle scene e dei personaggi è accurata e ti fa entrare in sintonia con l’atmosfera del libro.

Si legge d’un fiato e ad ogni pagina sale la curiosità di sapere come andrà a finire.

Wolty

Molto avvincente e intrigante, sa catturare l’attenzione facendo intuire il possibile finale solo nelle ultime pagine, con un dubbio sul ruolo di un personaggio che si svela solo alla fine.

L’autrice descrive i passaggi più scabrosi con garbo e senza indugiare furbescamente sui particolari, lasciando quindi spazio alla fantasia del lettore. Da leggere tutto d’un fiato.

Marco Masotti

Efficace narrativa quella del romanzo Legami, in cui l’Autrice Roberta MEZZABARBA con forte resa espositiva riesce a trovare, nell’intreccio della storia, un esatto connubio tra atmosfere che sembrano trascendere il naturale e altre più pragmatiche di genere thriller.

Il crescente stato emotivo del soggetto letterario non abbandona mai il racconto dal lessico chiaro ma suggestionante, avvincente in tutto l’evolversi enigmatico della trama dalla prima all’ultima pagina.

Una misteriosa nascita e vent’anni dopo, il passato -con quei vincoli familiari appunto- riemerge nella vita del protagonista -Guglielmo-, in tutta la sua violenza negli inquietanti e inaspettati risvolti.

Ottima prova letteraria da raccomandare e leggere d’un fiato.

Laura Pieroni

PRESIDENTE AC PETAMORPHOSIS

Premetto che non sono né un critico letterario né un esperto in recensioni di libri, solo un semplice lettore, ma credo che quello sia il target a cui si rivolge chi scrive un libro.

Posso dire che è una di quelle storie avvincenti, che ti tengono sul libro quasi a volerlo leggere tutto d’un fiato, la lettura risulta molto scorrevole e piacevole, come del resto è nello stile della scrittrice, unico piccolo appunto che posso fare, è che le scene fondamentali della storia forse dovevano essere un po più articolate per aumentare la suspance….

Comunque vale sicuramente la pena leggerlo.!!!

Corrado Pulcini

Testo scorrevole e coinvolgente fin dalla prima pagina, bella la trama, suspense “soft”, ma abbastanza da tenere il lettore incollato al libro.

Thriller senza sangue, ma egualmente inquietante.

Lo consiglio a tutti, ottimo da leggere e da regalare.

Roberta Zibellini

La lunga ombra di un sogno

Inizia così “La lunga ombra di un sogno”: vite che si intrecciano, orgoglio, storie che si ripetono ed emozioni, passioni… destini. Greta è una ragazza che decide di prendere in mano la sua vita, ma che poi si accorge di non aver mai abbandonato le sue radici, che capisce che una ferita per ritenersi veramente cicatrizzata deve essere dolorosamente ripulita fino ad arrivare al cuore del problema. Non c’è chiarimento senza calare prima agli inferi e risalire a vedere il cielo. Certo, nulla sarà più come prima, ma se si vuole vivere e non esistere questo è il percorso. Un libro romantico ma non troppo, che cela innumerevoli spunti ed apre molteplici interpretazioni, ma è soprattutto un’analisi dell’uomo, inteso come essere vivente, in balia di una vita imprevedibile.

15,00

È la storia particolare di una donna molto speciale: Greta.

Greta è una giovane donna, sui trent’anni, che abita in un piccolo paese sulle sponde del Lago di Bolsena, lavora nell’ufficio di un notaio e non è tanto felice come avrebbe desiderato.

C’è qualcosa nel suo passato che non la lascia in pace, che la perseguita e la avvolge.

Mentre si reca per lavoro sull’isola Bisentina, perla del Lago di Bolsena, conosce un ragazzo, un marinaio.

Sembra che tra loro possa nascere qualcosa di bello, ma Greta è bloccata da un segreto che non ha condiviso mai con nessuno.

Questo segreto, questo sgomento che non la lascia svolgere come persona e come donna ha la sua origine sull’isola dov’è nata: la Sicilia.

Così la giovane donna decide di ritornare alle sue radici.

È un percorso fisico ma anche dell’anima perché deve capire, deve perdonare e perdonarsi affinché la sua vita abbia un senso, affinché possa svilupparsi in tutta la sua bellezza.

I rapporti con sua nonna e con i coloni che abitano a Ponte Agro, una tenuta dove si coltivano limoni e che lei ha ereditato da sua madre, non sono affatto facili ma Greta se la caverà benissimo.

Si alzerà sui pregiudizi di tutti, sul come deve essere l’atteggiamento di una donna per bene.

Lei ha uno scopo che non deve dimenticare: capire se stessa e lottare per la sua felicità, dimenticare la ragazza che era scappata dalla Sicilia e diventare la donna che vuole essere.

Una donna autonoma, forte, che sa ciò che vuole e come raggiungerlo.

Greta si ribella contro il ruolo della donna siciliana pacata, intimorita dagli uomini, senza personalità, senza il diritto a esprimere il proprio parere.

Greta non vuole essere una donna usata dagli uomini e abusata dalle sue uguali.

Lei diverrà una di quelle donne che cadono e si alzano e ricadono un’altra volta ma che, finalmente, trovano il loro posto nel mondo, diventando finalmente una donna libera.

Maria Acosta

Bella storia che rispecchia la vita di molte persone, raccontata con un linguaggio fluido e scorrevole che invoglia alla lettura.

Mi sono riconosciuta nella protagonista, Greta, in alcuni dei suoi stati d’animo e delle sue inquietudini, ed ho ammirato la sua forza nel riuscire a trovare una via nel buio che in certi momenti sembrava invadere la sua vita.

Auguro all’autrice che romanzo le porti tante soddisfazioni ed abbia il successo che merita, e aspetto trepidante la pubblicazione di un nuovo romanzo.

ALESSANDRA BACHINI

Non sono mai stata una grande lettrice ma questo libro mi ha preso così tanto che l’ho dovuto leggere in due giorni!

Ho seguito con il fiato corto le vicissitudini della povera Greta, mentre lottava con questo benedetto “onore” ed alla fine quando ha raggiunto la sua serenità interiore ho gioito, peccato che ci abbia messo cos’ tanto tempo!

Ora aspettiamo che l’autrice se ne esca con il secondo romanzo, speriamo presto!

Giovanna Bartoloni

Un libro con la elle maiuscola.

Un vero crescendo Rossiniano: la prima parte del romanzo cattura un Viterbese come me perché ambientato nelle nostre zone, descritte con minuzia.

Poi quando dal Viterbese la narrazione si sposta in Sicilia la storia cresce e ti cattura fino a tirarti dentro e non riuscire a smettere di leggere fino alla parole FINE.

La salita di Greta sull’Etna è qualcosa di sconvolgente, e le descrizioni dei posti sembrano se possibile diventare qualcosa di più intimo. Il finale non scontato. Un romanzo di vita, bello, rotondo, anche se della vita ha tutte le ansietà ed i conflitti. Complimenti!

Vito Maria Guerriero

Greta mi ha ricordato come la sofferenza faccia parte costante della nostra vita, e per quanto ci sforziamo di evirarla, questo non è possibile.

Ma non è questo il punto.

La cosa importante è amare se stessi, rimboccarsi le maniche con determinazione per cercare di fare sempre meglio, e solo a quel punto sarà possibile amare qualcun altro.

Durante il nostro cammino incontreremo sempre la sofferenza, la cattiveria e il non-perdono per qualcosa che non abbiamo fatto, ma l’importante trovare la forza di ridonare ad un albero, o a qualsiasi altra cosa, il suo profumo, il suo splendore.

La vita richiede uno splendente coraggio.

Lettura meravigliosa.

Flavia Di Giuseppe

Due vulcani, l’uno addormentato da millenni, ormai pacifico specchio argentato foriero di nuova quiete;
l’altro, con le sue eruzioni, ora di ribellione, ora di rabbia compagno di un passato fatto di pensieri e ricordi tumultuosi.

L’acqua dolce e calma di un lago che può consolare.
Quella così salata da sembrare amara di un mare agitato e turbolento.

Due isole verdi e roride, romantiche pur coi loro anfratti oscuri e una terra assolata, agrumata e arida.

La Tuscia, con il nostro lago di piccoli pescatori e le sue isolette cariche di mistero, e la Sicilia, con i suoi “giardini” e le grida delle sue tonnare.

Tra questi due mondi si allunga l’ombra del sogno di Greta, un sogno che ci porta in un viaggio tangibile e concreto per certi versi, ma anche profondamente immanente e simbolico, una discesa, a volte anche molto ripida, dentro di noi.

Devo confessare che in alcune di queste pagine ho ritrovato molto di me, dei miei pensieri…

Continua, ti prego.

Ilia Contrucci

L’ ho veramente amato questo romanzo. Il finale è stato il più profondo spunto di riflessione per quanto mi riguarda.

Abbiamo tutti i nostri mostri del passato e del presente, e pensiamo sempre che prima o poi poi ce ne libereremo.

Sono riuscita a calarmi nella parte della protagonista, quando va a cavallo e ricerca solamente quel desiderio di libertà più assoluta, di solitudine e del poter navigare tra le nostre sofferenze senza doverne rendere conto a nessuno.

Riuscivo a provare quello che provava lei in quel momento.

E con l’ arrivo della conclusione, invece ci si rende conto che può succedere che non ce ne liberiamo delle nostre ferite, rinunciando a tutto ciò che è bello vicino a noi.

Ma non siamo in grado di coglierne la bellezza.
E tutto questo mette paura.

Avrei tantissime altre cose fa dire ma mi fermo qui.

Mi è rimasto nel cuore.

Isabella Coffey

A volte bisogna scappare per poter ritrovarsi, conoscere le proprie ferite a fondo, capirle e rinascere, per tornare a risplendere come il sole dopo anni immersi nella tenebra.

Greta continua a scappare da tempo, dalla calda Sicilia al caratteristico borgo medievale di Viterbo, sulle sponde del lago.

L’acqua, quel elemento che tanto brama, che la tiene legata alle sue origini.

Ma ben presto capisce che la risposta, la redenzione, non è tra quelle mura, non è continuando a scappare dal passato che risolverà le incognite e i punti ciechi della su vita.

È ora di ritornare in quel posto in cui sin da piccola si sentiva prigioniera, nella Sicilia degli anni 70, in quel paesino dove ancora la gente mormora del passato, dove la donna è ancora incatenata dal patriarcato.
Una realtà che Greta rifugge ma di cui ha indubbiamente bisogno per poter essere finalmente libera di gettare quella maschera pesante che da troppo tempo indossa.

È ora di toccare definitivamente il fondo per poter risalire con slancio, per potersi finalmente riconoscere guardando la sua immagine riflessa allo specchio. Squarciare definitivamente le proprie ferite prima di poterle cauterizzare definitivamente.

“La notte in cui si affacciò alla mente di Greta l’opportunità di dare una svolta definitiva alla vita che da tempo le scivolava addosso, il mare era battuto da un vento di tramontana gelido e sferzante, lo ricordava ancora nitidamente.

Aveva deciso. Sarebbe scappata.”

Una scrittura avvolgente, una cura minuziosa ai dettagli, uno studio e una ricerca della storia, dei luoghi e delle tradizioni. Un’attenzione per la situazione socioculturale di quegli anni.

Sin dall’inizio della lettura si viene avvolti dal borgo viterbese, dove la storia ha inizio, pare quasi di poter passeggiare tra quelle strade, percependo profumi, odori e sapori.

L’autrice riesce a far trasparire il suo amore per il suo luogo nativo, con dettagli sull’architettura e sulla sua storia. Immagini che escono nitide dalla carta stampata.

Si nota lo studio che l’autrice ha svolto prima di mettersi a raccontare, nulla è lasciato al caso e nulla risultata scritto con frivolezza.

Il lettore è curioso di conoscere storie e leggende e caratteristiche di quei luoghi.

E non solo per quanto riguarda la parte ambientata a Viterbo ma, anche, una volta che la storia si sposta in Sicilia.

Ogni personaggio è ben caratterizzato e ben inserito nella storia, ognuno con il proprio peso e il proprio spazio.

Ognuno riesce a farci provare sensazioni, sia in positivo che in negativo.

Le descrizioni dei luoghi e la percezione della situazione socioculturale sono ben integrati con la storia, in un prodotto omogeneo e scorrevole.

L’utilizzo poi di svariate figure retoriche rendono la lettura d’impatto.

Ho apprezzato molto le leggende narrate e le note per spiegare alcuni termini caratteristici.

Sicuramente una lettura consigliata, un’ autrice da scoprire e da continuare a conoscere con i suoi altri romanzi.

Hilary Rigato

Ho acquistato questo romanzo alla Fiera dell’Editoria presso la Casa Internazionale delle Donne a Roma: catturata dalla copertina e poi dal booktrailer mostratomi dall’autrice sul suo portatile.

Incuriosita lo ho iniziato, e come capita poche volte, e le sue pagine non mi hanno lasciato tregua: in due giorni lo ho terminato!

Faccio i miei complimenti all’autrice, donna che trasmette entusiasmo ed amore per il suo mestiere, che ha narrato mirabilmente le vicende della protagonista senza risparmiarsi, senza limare le asperità della vita di tutti i giorni, rendendo un ritratto spietato e veritiero della fatica che le donne in un certo periodo storico hanno dovuto affrontare.

Acquistare libri senza conoscerli a volte si rivela una gradita sorpresa.

Consigliatissimo

Marilù

Ho goduto della lettura di queste pagine intense che meritano una riflessione quieta, seppure profonda.

I luoghi amati si radicano in noi oltre le circostanze della vita, e tornano nel tempo ad avere un richiamo imprescindibile e ineludibile, ci attraggono senza il fastidio della banalità.

Ciascuno di noi può e deve “almeno” desiderare un approdo dell’animo nel quale riconoscere la parte più vera di se: questo romanzo apre al lettore luoghi di particolare bellezza e segna con una felice mano narrativa questo cammino di luce interiore.

Ne consiglio vivamente la lettura!

Maria teresa Bresciani Alvarez

“ Gli intervalli o le soglie (del tempo), appartengono alla topologia della passione.

Sono zone di oblio, di perdita, di morte, di paura e di angoscia, ma anche di desiderio, di speranza, di avventura, di promessa e di attesa.

Sotto molti riguardi, l’intervallo è anche una fonte di sofferenza e di dolore. Il ricordo diventa passione nella sua lotta contro il tempo che consegna all’oblio ciò che è stato.”

Iniziare con questa citazione di Byung Chul Han ( Il profumo del tempo) mi è sembrato il modo migliore per incorniciare il romanzo di Roberta Mezzabarba.

Greta, la protagonista è una ragazza di raro coraggio, considerate le sue origini, che vive sospesa tra due intervalli temporali: il suo passato, quasi sconosciuto, e il suo presente del tutto precario e non ancora definito.

Da qui la sua inquietudine e l’angoscia di non saper rendere coerente la sua vita con le sue aspirazioni. Greta è matura, determinata, ma al minimo ricordo piomba in una tristezza paralizzante.

Cosa fare?

Il romanzo ci accompagna in questa storia di ricordi, amori, incontri, amicizie e fantasmi del cuore, con garbo, bella scrittura, descrizioni accurate di luoghi e profumi, che spaziano dal lago di Bolsena al vulcano della sua Sicilia, luoghi dove Greta troverà e perderà se stessa fino all’atteso finale.

Antonietta Narcisi

Storia di determinazione e coraggio, dal lessico immedesimante, fluido, diretto, accurato nell’approccio descrittivo, con un’attenzione al tema del soggetto letterario che si mantiene alta per l’intero svolgersi dell’opera, il romanzo, La lunga ombra di un sogno, della eccellente Autrice Roberta Mezzabarba, trascina con estremo coinvolgimento all’interno dei fatti raccontati.

Nello specifico la vita della protagonista -Greta-, che si muove tra la Tuscia e la Sicilia degli anni ’70, nella propria erratica e personale ricerca di chiusura del cerchio, quella ricerca a ragione definita universale, che porta ognuno di noi nella vita a lottare, a liberarci dai nostri irrisolti problemi solo quando ne raggiungiamo caparbiamente la soluzione a qualunque costo.

Soluzione quasi sempre trovata all’origine -e tornando alle nostre origini- come bene ci indica e suggerisce la scrittrice.

ASSOCIAZIONE CULTURALE METAMORPHOSOSMOTIVAZIONE 3° Posto PREMIO LETTERARIO NAZIONALE RESIDENZE GREGO

Si pensa ai sogni, le accezioni che ne conseguono sono quasi sempre positive.

Sognare serve per vivere, per crearsi delle aspirazioni a cui tendere, per non limitarsi a esistere.

Ma quando un sogno diventa talmente potente da oscurare tutto quanto, da impedire di vedere il buono che la vita offre, da scacciare la luce e da farci vivere, così, alla sua ombra, è quello il momento in cui anche i sogni più belli vanno abbandonati, per inseguire la concretezza dell’esistenza che ci è stata donata.

Questo è ciò che capisce Greta, una giovane donna che sfida le convenzioni sociali del momento storico in cui vive,

l’epoca in cui, ancora, una donna forte e determinata, che da sola vuole costruire il proprio futuro, non viene vista di buon occhio.

Questo è ciò che la porta, poi, a fuggire dalla sua tranquilla dimora nei pressi di Viterbo per tornare al suo paese d’origine, la Sicilia, da cui pure era scappata.

Ne deriverà un viaggio fatto da tante scoperte, sorprese, delusioni e lotte per affermare la propria identità e le proprie determinazioni.

Ne deriverà una nuova consapevolezza e la certezza che, così come vi sono cose che non si possono cambiare, dolori che non si possono ignorare, allo stesso tempo tutto si può risolvere e superare.

Da questo romanzo, scritto con un linguaggio ricercato, a tratti melodioso e poetico, traspare sin dalle prime pagine un grande studio e un grande amore per la natura, che oserei definire, accanto a Greta, una protagonista occulta ma sempre presente, che l’accompagna nelle sue scelte e nelle sue sensazioni, non lasciandola mai sola, come invece lei crede di essere.

Elena Inuso

Terminato di leggere stamani all’1,40… non potevo di certo aspettare oggi per conoscere l’epilogo di una storia impantanata in sensi di colpa affibbiati da altri, pesanti come macigni ad impedire di volare.

La forza interiore della protagonista, Greta, la ha portata a cercare un riscatto personale e familiare, ad interrompere il ripetersi di un ciclo, mettendo a rischio tutto, anche se stessa.
Interessanti le ambientazioni e la cura nelle descrizioni dei luoghi, della storia dei posti.

Lettura scorrevole ed accattivante che invita a girare pagina dopo pagina fino a leggere (già con la nostalgia di Greta) la parola FINE.

Bellissima lettura, sicuramente consigliata!

Patrizia Cipicchia

Avere la forza di opporsi al destino, la tenacia e la volontà di diventare protagonisti della propria vita, uscire dall’ombra per vivere un sogno…è questa la storia avvincente, emozionante e intrigante che porterà Greta a prendere in mano le redini della propria vita.

Ho letto questo romanzo con attenzione e curiosità, lasciandomi guidare dalla scrittura fluida e scorrevole dell’autrice.

Mi è piaciuto tantissimo, complimenti all’autrice che spero ci regalerà altre piacevoli sorprese.

Roberta Mariotti

Domenica 25 marzo sfidando il freddo, dopo un viaggio di parecchie centinaia di chilometri, abbiamo potuto vedere l’Isola Bisentina, piccola perla martoriata dall’incuria, che ha iniziato il suo percorso per essere restituita ai suoi fasti.

Scesi da traghetto abbiamo incontrato due occhi azzurri come il lago che ci hanno chiesto se avevamo da dedicarle due minuti.

L’autrice di questo romanzo ha catturato con maestria la nostra attenzione, descrivendo a pennellate rapide la sua opera, così abbiamo deciso di acquistare “La lunga ombra di un sogno”, come ricordo di quella bellissima giornata.

Ebbene io e mia moglie ci siamo litigati il volume leggendolo in contemporanea, commentando la scorrevolezza e la verità racchiusa nella storia di Greta, donna in un mondo in cui le donne dovevano tenere gli occhi bassi e tacere.

Leggendolo, nelle parte iniziale riguardante il viaggio della protagonista sull’isola Bisentina, abbiano rivissuto le sensazioni provate e scoperto storia e leggende.

Un romanzo consigliatissimo a chi cerca emozioni.

Giulia e Gerardo

Dicono che i libri che parlano d’amore sono cose da donne.

Questo romanzo non parla solo d’amore ma della vita, delle difficoltà, della forza delle persone che non si arrendono, anche se arrendersi sembrerebbe l’unica cosa rimasta da fare.

L’ho letto con piacere, ed ho apprezzato la semplicità delle grandi storie, pagina dopo pagina.

Interessanti i personaggi minori come Suor Felicità, Menico o Giacomo che hanno permesso alla storia di essere più tonda.

Un capolavoro l’ultimo capitolo.

Sicuramente da leggere

Pietro

Ho preso parte alla presentazione del romanzo a Montefiascone (VT) ed ho avutoi modo di conoscere e di ascoltare l’autrice.

Meno di 48 ore per terminare di leggere il romanzo e ne sono ancora immersa.

L’ho letteralmente divorato, mi ha fatto addormentare piangendo tanto ha scavato dentro di me.

Non è soltanto, anche, la minuziosa e precisa descrizione dei luoghi a me cari; anche quelli del lago di Bolsena dove ormai vivo, ma anche il raccontare i sentimenti, le sensazioni, i ricordi struggenti ma anche dolcissimi e spesso molto felici.

Non mi interessa l’epilogo, mi interessa che, dopo i moltissimi libri letti questo starà su di me come un abito fatto su misura.

Parlare di femminismo in questa storia è riduttivo sia per il libro che per la storia del femminismo.

Da femminista preistorica posso dire che abbiamo fatto molte battaglie, e non tutte perse ma è “altro” che il libro racconta, e questo sotto un certo aspetto è più importante, è una storia vista dalla parte delle donne.

Questa è la sua alta dimensione.

Mariolina Scalera Malvagna

Capita raramente di leggere un libro e conoscerne l’autore, anche se per poco tempo come mi è successo con Roberta Mezzabarba durante la presentazione del romanzo ad Aci Castello.

La curiosità di leggere il libro è nata proprio durante la presentazione, semplice, elegante, amichevole.

Il romanzo ha gli elementi cardini della letteratura come ad esempio il viaggio inteso anche, e soprattutto, come ricerca interiore; l’amore romantico e struggente; la semplicità che fuoriesce dai motti, dai proverbi di verghiana memoria; l’animo femminile tormentato che in continua lotta con sé stesso cerca una propria redenzione.

E poi ci sono i luoghi, quelli che io conosco. Leggere una descrizione pressoché perfetta aumenta lo stupore nel sapere che chi li ha descritti lo ha fatto a chilometri di distanza mentre in realtà sembra che l’autrice è affacciata dal balcone e vede la piazza, i vicoli, i passanti.

Consiglio la lettura del libro soprattutto perché mi ha colpito il tema del viaggio, della ricerca interiore, della possibilità di cambiare perché “ti cambiano le circostanze, lentamente; ti cambia in un baleno un evento fortuito e inatteso, cambiano le direzioni e le scelte di ogni persona, prendono strade che mai si sarebbe potuto immaginare. […] è meglio cercare di cambiarsi che fingere in eterno.

La maschera può togliere il respiro se calata sul viso troppo a lungo”.

Buona lettura

Massimo Vittorio

Nell’ora incerta prima del mattino. Poesie per un anno

Dalla prefazione dell’Autrice: “Poesie per un anno. Parole che mi hanno accompagnato settimana per settimana nel lungo anno DuemilaVenti, pubblicate sul settimanale online Aci Castello Wordpress nella mia rubrica UN MARE DI PAROLE. Liriche che hanno fatto compagnia ai miei lettori, a scandire settimane difficili, chiusi in casa ad aspettare una primavera che stenta ancora ad arrivare. Se è vero che la poesia è una forma d’arte che crea, con la scelta e l’accostamento di parole in cui il significato si lega al suono musicale, forse questo è il motivo della scelta di esprimermi in poesia. Credo fermamente che l’esprimersi in versi sia l’unico modo per racchiudere nella penna le potenti qualità della musica e riuscire così a trasmettere concetti e stati d’animo in maniera più evocativa e potente di quanto si riesca a fare con la prosa. E allora arditi lettori, leggete e ascoltate, aprite il cuore, lasciatemi entrare, e forse dopo ciò che ritroverete vergato sul foglio bianco prenderà un altro significato… il vostro!”

Come sempre riesci a catturare l’attenzione, la curiosità, la sorpresa, lo stupore, la realtà delle cose della vita celate nella finzione del racconto.

Nei quindici episodi spazi nell’universo della vita con mirabile sapienza e con accenni anche di suspense.

Ho sempre detto e sostenuto che tutto ciò che scrivi va letto “tutto d’un fiato”, senza interruzioni temporali, semmai solo momenti di riflessione, prima di riprendere la lettura.

Questo normalmente occorre nei tuoi romanzi, ma tu, nei racconti, avvinci il lettore che, terminato un racconto, inizia subito la lettura di quello che segue con la domanda “ma cosa si sarà inventata ora? Dove vorrà condurmi?”

Ecco questa è la scrittrice a tutto tondo Roberta Mezzabarba.

Sandro Iacoponi

Isadora e la corona Maledetta

I due volumi gemelli “ISADORA e La Corona maledetta” e “SEBASTIANO e La Corona maledetta” sono piccoli libro-gioiello che hanno l’aspirazione di farsi messaggeri di una grande verità:

spesso le ragazze e ragazzi possono essere molto più forti di quanto immaginiamo: dentro ogni essere umano, grande o piccolo che sia, c’è una forza innata che esce fuori di fronte alle avversità.

Leggendo insieme alle vostre figlie e ai vostri figli queste godibili storie, accompagnati da meravigliose illustrazioni che rendono colorata la narrazione, ogni genitore potrà insegnare alle donne e agli uomini di domani a scovare “l’armatura” che è dentro ognuno di loro e dargli la fiducia necessaria per indossarla e combattere ogni qualvolta si presenti un’avversità nella loro giovane vita.

Ma “ISADORA e La Corona maledetta” e “SEBASTIANO e La Corona maledetta” vogliono essere anche un LIBRO MEMORIA, che dallo scaffale di una libreria, negli anni che verranno potrà ricordare alle vostre figlie e ai vostri figli il periodo vissuto, i terribili lockdown, le scuole chiuse, la didattica a distanza, la lotta serrata contro il COVID 19.

Poco o nulla ci impedisce di ricordare, molto o tutto di dimenticare.

Con il libro riceverai in regalo il simpatico mini-puzzle

15,00

Che poi capita che tua figlia di 10 anni cade e si sbuccia in un colpo entrambe le ginocchi gomito e mani.

Pantaloni rotti, ci vorranno parecchi cerotti…si rialza con gli occhi pieni di lacrime, ti guarda e ti dice: “Vabbè mamma mi faccio coraggio come ISADORA, mi metto l’armatura e via!”

Lunga vita alle favole

Simona Maiucci

Sebastiano e la corona Maledetta

I due volumi gemelli “ISADORA e La Corona maledetta” e “SEBASTIANO e La Corona maledetta” sono piccoli libro-gioiello che hanno l’aspirazione di farsi messaggeri di una grande verità: spesso le ragazze e ragazzi possono essere molto più forti di quanto immaginiamo: dentro ogni essere umano, grande o piccolo che sia, c’è una forza innata che esce fuori di fronte alle avversità.

Leggendo insieme alle vostre figlie e ai vostri figli queste godibili storie, accompagnati da meravigliose illustrazioni che rendono colorata la narrazione, ogni genitore potrà insegnare alle donne e agli uomini di domani a scovare “l’armatura” che è dentro ognuno di loro e dargli la fiducia necessaria per indossarla e combattere ogni qualvolta si presenti un’avversità nella loro giovane vita.

Ma “ISADORA e La Corona maledetta” e “SEBASTIANO e La Corona maledetta” vogliono essere anche un LIBRO MEMORIA, che dallo scaffale di una libreria, negli anni che verranno potrà ricordare alle vostre figlie e ai vostri figli il periodo vissuto, i terribili lockdown, le scuole chiuse, la didattica a distanza, la lotta serrata contro il COVID 19.

Poco o nulla ci impedisce di ricordare, molto o tutto di dimenticare.

Con il libro riceverai in regalo il simpatico mini-puzzle

 

Volevo ancora ringraziare l’autrice per aver regalato a me è miei bambini una meravigliosa avventura che gli ha insegnato ad avere fiducia in loro stessi e nelle loro capacità, a me ad essere sempre sincera con loro e ad avere fiducia nella loro capacità, di capire e adattarsi ai cambiamenti e alle situazioni che la vita ci mette di fronte.

Dentro ogni bambino si nasconde un eroe capace di salvare se stesso e gli altri…basta solo accompagnarli finché non lo capiscono da soli…

Grazie e spero che Sebastiano ci porti presto con lui in altre bellissime avventure

Flavia Di Giuseppe

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